mercoledì 18 giugno 2008

Giramenti di testa e domande moleste

Il lettore deve credere allo scrittore. Questo è un principio generale della lettura e della scrittura. Nessuno scrittore si è mai posto il problema di dover spiegare perché un drago con le ali vola. Vola e basta e su questo siamo tutti d'accordo. Se qualche ingegnere areonautico facesse però qualche calcolo, magari scoprirebbe che la superfice alare di un drago come è stato descritto non basta a tenerlo in aria. Non potete diffidare di un drago perché non l'avete mai visto o non credere in un "colpo di fulmine" se non vi è mai capitato. Dovete credere allo scrittore. Bene, definito questo sacrosanto caposaldo, passo a rispondere ad alcune domande che mi sono state poste. Ma ricordate: ad ogni cosa c'è un perché...

I tuoi personaggi hanno nomi strani, come mai?
Con i personaggi, ho cercato di attuare un processo di caratterizzazione culturale. I nomi degli elfi ricordano nomi galllesi e ho usato la "y" come vocale "i" e la "w" come vocale "u", i loro nomi sono di solito accompagnati dalla tribù di appartenenza se sono elfi revisionisti altrimenti da quello della madre se sono ortodossi. Gwyllywm di Si'phir è un elfo della luce che appartiene alla tribù di Si'phir, Raylyn figlia di Moad è un elfa ortodossa.
Per i nani ho usato una cosa un po' più lunga. I nani hanno un soprannome che ricorda un loro atto eroico, oppure, in linea paterna, il parente più prossimo che ha compiuto un'impresa eroica. Meldor figlio di Mellor, figlio di Allor Rocciasicura pretoriano di Golenor Barbagrigia, Re delle Montagne di Cristallo ne è un esempio.

Come mai i tuoi elfi hanno nomi gallesi mentre le città hanno nomi inglesi?
Come dicevo prima, ho cercato di caratterizzare le culture. Non potevo dare a una città umana un nome elfico... in ogni modo potremmo dire che nel mio romanzo non ci sono nomi in gallese e nemmeno in inglese, semplicemente perché tali lingue non sono trattate nella narrazione e quindi fanno parte del bagaglio culturale del lettore, in parte estraneo al mio mondo. Se qualcuno di voi non conoscesse l'inglese non riconoscerebbe i nomi delle città! ;-)

ISDV è 1 di 4, non ha fine, come mai?
In effetti la mancanza la scritta "FINE" in ultima pagina potrebbe trarre in inganno. La risposta è NO, ISDV è autoconclusivo. Gli eventi scatenanti della narrazione giungono ad un epilogo e ISDT è il continuo temporale de ISDV ma i due sono indipendenti.

La narrazione passa da un personaggio all'altro e da scene di un tipo ad altre diverse. Come mai una scelta cinematografica?
Non ho un solo protagonista e non ho usato la classica dicotomia BUONO/CATTIVO ponendo il fulcro narrativo sul BUONO. Ho così due (e più) protagonisti, ho così due (e più) strade/narrazioni che si intrecciano. Ho così due (e più) scenari che s'intrecciano. Generalmente sono divisi per capitoli.

Il tuo è il solito fantasy con i buoni che affrontano i cattivi pieno di cliché e di dejà-vu?
Avevo sentito qualcuno dire che dopo le opere di Omero era praticamente impossibile inventare qualcosa di nuovo. Nel mio fantasy ci sono persongaggi in lotta tra di loro (e con sé stessi) per conseguire i propri interessi. Voi potrete distinguere i "buoni" dai "cattivi" ma scoprirete che i buoni non sono proprio così buoni e così i cattivi. Lo so, forse dovevo fare le cose semplici... comunque non ci sono dejà-vu. Per i cliché gli elfi sono i classici elfi e i nani sono classici nani.

Perché hai usato dei flashback in prima persona mentre il romanzo è in terza? Non spezzano la narrazione?
Tutti i flashback spezzano la narrazione, non bisognerebbe usarli. Purtroppo scrivere un fantasy non è scrivere un romanzo rosa e ci sono fin troppe cose da dire. Quando leggerete un flashback lo capirete per forza di cose, è come se in un film a colori comparissero in seguito ad una dissolvenza delle scene in bianco e nero. Mi rendo conto che a qualcuno potrebbero non piacere. Purtroppo ho molti personaggi e non volevo dedicare ad ognuno un capitolo tipo scheda. A molti invece è piaciuto, si sono affezionati ai personaggi (che in pratica narravano il proprio passato).

Nel tuo romanzo appaiono incantesimi scritti in prosa. Come mai?
Volevo fare qualcosa di diverso dal solito, per evitare cliché e dejà-vu. A molti è piaciuto.

Come mai hai chiamato ortodossi gli elfi oscuri, come mai non sono una razza diversa ma una sorta di "confessione religiosa"?
Anche questo è stato fatto (e spiegato nella narrazione) per evitare i cliché.

Credo che il tuo fantasy sia come tutti gli altri: c'è un evento scatenante, un viaggio, un protagonista, un antagonista, uno svolgimento della narrazione e l'epilogo. Come mai non hai osato di più?
Il mio fantasy ha riscontrato opinioni diverse. In ogni modo ho osato perché ho evitato la dicotomia bene/male (come invece fanno molti scrittori fantasy italiani e stranieri) e la cosa mi ha dato difficoltà in altri contesti, per esempio gestire l'alternanza dei capitoli tra i protagonisti.

Ritengo che ci siano alcuni capitoli avulsi dalla narrazione principale: sembrano quasi racconti innestati per fare volume: non aggiungono nulla, non potevi toglierli?
E' vero, ci sono alcuni capitoli dove vengno presentati dei personaggi che poi non ritornano nella narrazione. Ho chiesto questo sforzo di lettura non per fare volume o perché siano "riciclati" da racconti precedenti, ma piuttosto perché questi personaggi torneranno de ISDT da protagonisti. Mi viene in mente in drago Ynlown e Laoden di Alerbia che qualcuno ha detto essere assolutamente inutili. Già, forse potevano essere esclusi da ISDV, ma poi, comparendo ne ISDT, qualcuno avrebbe potuto dire che era strano come personaggi di quel calibro venissero fuori soltanto dopo.

Alcuni personaggi crescono troppo velocemente e diventano subito forti. Non è un imbroglio?
Non è una cosa che dovrebbe farvi storcere il naso quanto piuttosto preoccuparvi... come mai sono diventati così potenti? Attenti, fornisco sempre la spiegazione: questa può non piacervi ma è un altro discorso.

A un certo punto usi i termini "genetico" e "psicologico" che con un fantasy non c'entrano nulla. Coma mai hai fatto quest'errore?
Non è un errore. Ribadisco il concetto di prima: non è una cosa che dovrebbe farvi storcere il naso quanto piuttosto preoccuparvi. Che gli elfi non possono conoscere il significato della parola "esperimento genetico" lo dite voi, lo deducete dalle vostre conoscenze. Ho letto da qualche parte che "un protagonista non può usare il termine 'psicologico' perché implicherebbe l'esistenza di Freud nel suo mondo". Voi dovete credere a chi scrive. Se un elfo usa il termine "psciologico" non è un errore perché implica la presenza di Freud, vuol dire che l'elfo ne conosce il significato e che probabilmente c'è qualcosa sotto che non vi è stato ancora svelato. Stesso discorso per "genetico"... Quando Gwyllywm usa questo termine, ne conosce perfettamente il significato. Quando viene sopranominato "il più grande genetista" del suo popolo, c'è un motivo. Cominciate a tremare, adesso? ;-)

Alcuni personaggi potrebbero sbrogliare la situazione usando subito l'incantesimo finale ma non lo fanno, perché?
Avete uno scarafaggio in garage e i seguenti oggetti a vostra disposizione: uno scopettone, una pistola, una sega elettrica, un bazooka, una bomba nucleare. Quale usate? Io uso il piede e provo a schiacciarlo, se poi risulta più resistente della pedata passo allo scopettone e così via, a crescere. Tenderei ad evitare la bomba perché la bestiaccia resiste alle radiazioni...
Ho cercato di rendere le cose plausibili: la vita non è una gara di 100m piani, è una maratona, se scattate subito in testa non è detto che ci arriverete in fondo. Gli americani hanno usato il napalm in Vietnam quando hanno visto che non potevano vincere con la fanteria, hanno perso migliaia di uomini, prima. Non potevano iniziare così? Ricordate che in certi casi
la realtà supera la fantasia.

Le domande/risposte finiscono qui. Naturalmente questo è un blog e sarei felice di rispondere a qualsiasi altra domanda/questione che non ho trattato.

A presto e un saluto

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