domenica 17 febbraio 2008

Il sogno

Non mi ero perso. Stavo riflettendo. Ho fatto un sogno, molto tempo fa. Stavo valutando se era il caso di raccontarlo o di tenerlo per me. Alla fine ho deciso di scriverlo, è un sogno di tanto, tanto tempo fa.
Nel mio sogno c'era un regno che vedeva due pretedenti al potere, il console Caio e il console Mario. Caio era il console "cattivo" e Mario era il console "buono". La differenza nella loro politica, tuttavia, era solo una differenza di facciata e in realtà Caio e Mario facevano solo finta di combattere per la carica di Imperatore ad ogni elezione: il loro intento era quello di tenere il potere per loro a discapito di altri contendenti e dando l'illusione della libertà di scelta alla maggioranza che li votava. Ad ogni elezione i due consoli si lavavano le mani a vicenda e coprivano l'uno le nefandezze dell'altro.
Nel mio sogno, fumoso e incerto come tutti i deliri onirici, governava Mario e Caio non si faceva sfuggire una sola occasione per tuonare contro di lui. Un giorno giunse dal mare Recessione, un mostro terrificante che aveva devastato altri regni che inutilmente avevano cercato di resisterle. Recessione era un mostro che era stato creato ed alimentato proprio da quei regni cui era sfuggita per divorare case, denaro, ricchezza.
Ecco, nel mio sogno, Mario veniva spodestato e Caio prendeva il potere. Il rovesciamento di governo era accaduto perché il popolo aveva cominciato a lamentarsi, ad agitarsi, a manifestare contro l'impotenza di fronte all'avanzata di Recessione. La guerra contro il mostro era lunga, estenuante e difficile e di tutto c'era bisogno nel pregno tranne che di divisioni interne. Caio andò al potere perché se Mario avesse agito per reprimere il dissenso con le manganellate dei legionari, il popolo avrebbe compreso il legame che accomunava i due consoli e la loro tresca.
Il mio sogno terminava con i legionari di Caio che manganellavano i loro fratelli in virtù della chimera Ordine e della sfinge Legalità. Il regno poteva affrontare il mostro Recessione nel migliore dei modi. Coloro che si lamentavano del governo violento e iniquo di Caio finirono col rassegnarsi alla situazione e con lo sperare nel ritorno di Mario, il console illuminato.
Mario, non spedestato ma all'opposizione, tuonava contro Caio ma non aspettava altro che questi terminasse il suo sporco lavoro per ritornare al potere e gestirlo ancora in vece di entrambi.
Quando mi sono svegliato, il governo Prodi era caduto.
E ho avuto paura.

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